Astrazioni di neuroni visuomotori prefrontali

 

 

GIOVANNI ROSSI

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXI – 04 maggio 2024.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Le nostre azioni della vita quotidiana sono in genere guidate da interpretazioni percettive dell’ambiente che ci circonda. All’interno di un determinato contesto, le interpretazioni percettive possono essere stereotipicamente associate a specifiche azioni. Ad esempio, quando siamo alla guida dell’auto in una circostanza in cui un notevole flusso di veicoli porta progressivamente al formarsi di un intasamento e vediamo rallentare la vettura che ci precede, automaticamente solleviamo un po’ il piede dall’acceleratore, riducendo immediatamente la velocità; se poi vediamo l’auto che ci precede di nuovo procedere speditamente, subito aumentiamo la pressione del piede destro sul pedale, accelerando anche noi, così da seguire allo stesso regime di marcia.

Questo è più o meno ciò che accade quando il traffico perde scorrevolezza su una tangenziale o su una grande arteria urbana, ma più spesso, percorrendo le frequentatissime vie di un centro cittadino ci troviamo di fronte a condotte di guida irregolari: l’autista che ci precede procede a scatti, oppure, infastidito da frequenti arresti e ripartenze, riparte lentissimamente per non frenare e ripartire al successivo stop and go di chi lo precede; senza contare gli automobilisti indisciplinati che improvvisano manovre che ci obbligano a contromisure per evitare un impatto. In questi casi, l’associazione automatica del modello informativo visivo con il movimento di un piede non è più sufficiente: è necessario un intervento cosciente per un agire ponderato e appropriato alla circostanza.

Ecco, in passato si distingueva fra la procedura automatica, che ci consente di regolare la guida sull’auto che ci precede, dall’intervento dei processi coscienti, che compiono astrazioni necessarie a formulare giudizi e prendere rapide decisioni. In altri termini, si applicava un paradigma della neurofisiologia classica, che attribuiva gli automatismi al controllo non cosciente del sistema extrapiramidale e ogni forma di processo astratto di ponderazione per esprimere un giudizio, all’elaborazione neocorticale da parte di reti coordinate da aree della regione prefrontale. Ma, se questo criterio dicotomico fosse corretto e appropriato per il nostro esempio, allora vorrebbe dire che il giudizio percettivo automatico sul movimento dell’auto che ci precede è accurato e sufficiente per spiegare il nostro efficace adeguamento di velocità alle circostanze. Numerose evidenze sperimentali hanno dimostrato, invece, che le nostre stime percettive dei cambiamenti di velocità delle automobili sono altamente imperfette. Dunque, la nostra ordinaria e ottimale gestione automatica della guida nelle condizioni dell’esempio, si avvale di un’elaborazione extra-percettiva che in una frazione di secondo consente una ponderazione, un vaglio.

Il processo cerebrale che consente questo vaglio, la decisione opportuna e la sua immediata esecuzione è convenzionalmente definito con la parola inglese deliberation, che non vuol dire “deliberazione”, ma corrisponde a questa definizione dei neurofisiologi: il processo computazionale consistente nel ponderare le evidenze in favore di differenti opzioni di scelta.

In circostanze contestuali stabili, le regioni cerebrali impegnate nella selezione dell’azione sembrano rappresentare tali processi di deliberazione come una competizione fra possibili piani d’azione. Nell’esempio della guida nel traffico, questo vorrebbe dire che il processo di valutazione ponderata è posto in essere come una competizione, almeno in parte, tra un set di motoneuroni responsabili del sollevamento del piede dall’acceleratore e un secondo set motoneuronico responsabile dell’atto di premere il pedale. In linea di principio, questa strategia “intenzionale” può essere considerata per molti tipi di decisione che culminano in azioni. In alternativa, il processo decisionale guidato dalla percezione potrebbe implicare la competizione tra un set di neuroni responsabile della percezione del rallentamento dell’automobile che ci precede e un set di neuroni responsabile della percezione dell’accelerazione dell’automobile che ci precede. Il risultato del processo di ponderazione informerebbe l’azione seguente. La distinzione chiave è che questo tipo di processo di valutazione implica più proposizioni astratte, non associate al “movimento per sé”.

Il comportamento naturale ha luogo in molti contesti differenti, e perciò generalmente richiede un’associazione flessibile tra interpretazione percettiva e risposta motoria. È stato ipotizzato che, quando è richiesta tale flessibilità, il processo di ponderazione (deliberation) possa consistere in una competizione fra varie interpretazioni possibili dell’ambiente sensoriale piuttosto che tra possibili piani d’azione. Julie A. Charlton & Robbe L. T. Goris hanno posto al vaglio sperimentale tale ipotesi, ottenendo risultati molto interessanti.

(Julie A. Charlton & Robbe L. T. Goris, Abstract deliberation by visuomotor neurons in prefrontal cortex. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/s41593-024-01635-1, 2024).

La provenienza degli autori è la seguente: Center for Perceptual Systems, The University of Texas at Austin, Austin, Texas (USA).

Come si è già ricordato, il vaglio, la ponderazione operata dai neuroni dei sistemi attivi non si sa se avviene come comparazione e scelta tra piani motori oppure tra interpretazioni degli stimoli percettivi; Charlton e Goris hanno sottoposto a verifica sperimentale la seconda delle due possibilità. A questo scopo i ricercatori hanno studiato l’attività di popolazioni neuroniche della corteccia prefrontale di macachi addestrati a riportare flessibilmente giudizi percettivi di stimoli visivi ambigui.

I ricercatori hanno rilevato che l’attività delle cellule nervose della popolazione prefrontale studiata nei macachi, inizialmente rappresenta la formazione di una scelta percettiva, prima che avvenga la transizione nella rappresentazione del piano motorio. La forza dello stimolo e l’attesa pregressa conducono entrambe alla formazione di una scelta percettiva, e non alla formazione di un piano d’azione.

Questi risultati suggeriscono che i neuroni dei circuiti prefrontali implicati nella selezione delle azioni sono anche impiegati per la valutazione di proposizioni astratte separate da uno specifico piano motorio. Questo dato induce gli autori a ritenere di aver individuato un meccanismo cruciale per il ragionamento astratto.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Giovanni Rossi

BM&L-04 maggio 2024

www.brainmindlife.org

 

 

 

________________________________________________________________________________

 

La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.